Galuppo Riccardo
Biografia: Dal Mattino di Padova del 05 Maggio 2014. Il mondo culturale padovano piange la morte di Riccardo Galuppo. Un artista distintosi per la lunga e intensa attività, al quale l'amministrazione comunale di Padova ha reso un doveroso omaggio con la mostra antologica tenutasi l'anno scorso in galleria Cavour. "Una vita per la pittura", il significativo titolo dell'esposizione di questo maestro, pittore e grafico, autodidatta, nato a Padova nel 1932 e dall'attività artistica inesauribile a partire dall'esordio avvenuto nel 1951. L'OPERA. Galuppo ha saputo celebrare la campagna, con le abitazioni, le umili cose di famiglia, gli animali, le piante, così come ha magistralmente rappresentato nature morte, maschere ed innumerevoli altri oggetti inerenti alla creatività umana o all'opera della natura, fino ad arrivare al mare, agli scogli, alle barche e alle vele. Particolarmente significative ed intense le opere dedicate alla tragedia del Vajont. Riccardo Galuppo ha partecipato alle maggiori esposizioni nazionali: Quadriennale Romana, Premio San Fedele, Biennale Triveneta , Premio Titano ( San Marino). Ha conseguito numerosi premi, ha allestito mostre personali a Milano, Venezia, Gorizia, Padova, Verona, Vicenza, Treviso, Trento, Bassano, Pieve di Cadore, Auronzo. Di lui hanno scritto numerosi critici quali Giorgio Segato, Paolo Rizzi, Paolo Tieto, Sergia Jessi Ferro e numerose sue opere sono esposte nei musei di Bassano, Treviso, Venezia e Padova. LA VITA. Riccardo Galuppo (Padova, 1932). Pittore e grafico. Autodidatta. Esordisce nel 1951 con una personale alla galleria Coccodrillo di Padova. L'attività espositiva proseguirà intensamente per tutti i decenni successivi; tra le numerosissime personali, si ricordano quella di Verona, Galleria Ghelfi, 1963; Milano, Galleria Gianferrari, 1969; Piazzola sul Brenta, Villa Contarini, 1986; Pieve di Cadore, sala consiliare, 1997. Dagli anni Cinquanta partecipa inoltre a mostre collettive e vari premi nazionali. Nel 1987 viene pubblicata una rilevante monografia sulla sua opera, a cura di Paolo Tieto. Temi preferiti all'inizio della sua attività sono le case della periferia e le ambientazioni campestri, insieme agli oggetti della povera vita quotidiana, rappresentati secondo stilemi vicini al realismo. Si volge poi al soggetto floreale dei girasoli e dei cardi e continua a rappresentare oggetti scarni carichi di memorie. Dall'inizio degli anni Sessanta entrano nella sua pittura i gabbiani, intensamente interpretati, insieme ai paesaggi del delta padano, in cui il colore prevale sul segno. Nuovo motivo iconografico sono poi gli specchi, trattati con sapienza tecnica e coloristica; ma dall'inizio degli anni Ottanta, ritornano i motivi naturali di piante e fiori, accanto a drammatiche marine e alla serie dei panni al vento. Degli anni Novanta è la serie delle maschere.