Bosello Ubaldo
Biografia: Dalla sua : "Autobiografia". "Alcuni autori sono inprescindibili dalle città di provincia in cui sono nati ed hanno svolto la loro attività artistica. Basti pensare a De Chirico e Savinio a Ferrara o ad Arturo Martini a Treviso. In provincia, anche quando tutto sembra spento, c'è sempre una brace che cova sotto la cenere. E' tipico della borghesia italiana -da cui escono in pratica quasi tutti gli artisti- il rifiuto di restare ai margini per una provinciale paura di venire definiti provinciali. La borghesia italiana è infatti classe asfittica, di recente formazione, senza tradizione alle spalle e senza battaglie, sempre dominata esclusivamente dal terrore di venir reingoiata nel proletariato da cui proviene. Per cui la maggior parte degli artisti si inventa una fuga verso le Accademie e le grandi città pronto ad accettare qualsiasi eco pur di apparire. Ma che senso ha -si chiede Bosello- ripetere un linguaggio od uno stile trasferendolo di peso in un altro ambiente, disancorandolo dalle ragioni individuali e storiche da cui ha avuto origine?". Per lui, che non cederà alla tentazione del trasferimento ma eleggerà la sua Padova a domicilio e prevalente luogo di lavoro alla quotidiana scoperta di luoghi periferici appartati e silenziosi anche quando ritrae, con indubbia maestria incisoria dal segno graffiante, scene dai Luna Park con i baracconi ed una umanità gracile e carica di allusioni drammatiche, un mondo chiuso all'amore da cui però emana il sogno figurato di una speranza nei giochi infantili con il cerchio e l'aquilone, nelle sue donne con vestiti giapponesi sedute su covoni di fieno e con lo sguardo maliconico rivolto al futuro.