Morello Vittorio
Biografia: Nato a Villafranca Padovana ma trasferito fin da subito a Padova ebbe la sua formazione artistica all'Istituto d'arte di Padova e poi all'Accademia di Venezia. Attratto dalla colonia del circuito internazionale dei pittori a Parigi, ebbe l'incarico di collaborare con Sironi per l'allestimento del padiglione italiano alla esposizione di Parigi del 1935. Non si può però parlare della formazione artistica di Vittorio Morello prescindendo dal suo rapporto stretto con il continente africano dove vive stabilmente tra la metà degli anni '30 ed il 1949. Arrivò nel 1934 a seguito dell'esercito italiano, dove era arruolato in qualità di disegnatore di carte topografiche nel Nord Africa , ma poi anche ad Alessandria d'Egitto ed in Eritrea ad Asmara. L'emigrazione dei veneti verso l'Africa fu percentualmente marginale e poco rilevante se si eccettua una grande impennata verso la metà degli anni '30 del '900 in concomitanza con le politiche di espansione coloniale portate avanti dalla classe politica dirigente; con questa ondata Morello partì controvoglia per il Corno d'Africa. Nel 1937 riuscì ad organizzare una mostra personale ad Asmara poi una ad Addis Abeba. Rimase, tra i non molti, anche dopo la fine ingloriosa dell'esperienza coloniale e fu anche prigioniero ma nel 1942 fu raggiunto dalla moglie che nel 1943 diede alla luce (pare nel Palazzo del Negus) la figlia Romana. Il successo della sua attività artistica e la sua dedizione all'Etiopia gli guadagnarono infatti i favori di Hailè Selassè che gli conferì l'incarico di decorare la residenza del Negus con episodi della vita d'Etiopia e scene tradizionali africane, lavoro che gli venne pagato profumatamente facendogli raggiungere una discreta agiatezza economica ed in seguito una cattedra di insegnamento presso la Technical School di Addis Abeba come docente di decorazione ed arte pittorica. Tornato in Italia vi restò per poco emigrando ancora stavolta in sud america dove si spostò un pò in tutti gli stati : Messico, Colombia, Guatemala, Perù e Venezuela. Morello introiettò, in questo suo peregrinare, suggestioni profonde che si trasmisero nella sua pittura. Basta prendere un paesaggio anche dei colli euganei per vedere come lo dipingesse con colori turgidi e tratti completamente diversi da qualsiasi altro pittore della sua epoca trasferendo luci e colori inediti e l'idea dei grandi spazi anche nei nostri più contenuti e definiti orizzonti. Sentì l'esigenza di tornare definitivamente negli anni '60 ed espose nel 1963 a Milano ed a Padova nelle ultime tre biennali dell'arte triveneta (1965-1969).