Dalla Zorza Carlo
Biografia: A 18 anni quando gli morì il padre si iscrive all'"Istituto d'arte di Venezia" al Corso di decorazione pittorica sotto la guida del pittore Vittorio Emanuele Bressanin prima e poi di Luciano Sormani. Nel 1922 espone un disegno alla mostra annuale Bevilacqua La Masa nata per promuovere artisti emergenti. Nel 1924 espone per la prima volta alla Biennale d'Arte di Venezia come poi ad anni alterni farà fino al 1954. Dalla Zorza appartiene alla corrente dei pittori veneziani che si confronterà con il tramonto dell'arte tradizionale dell'800 in un percorso tracciato già da Semeghini, Gino Rossi,Moggioli, Arturo Martini e che lo porterà a continuare l'indagine superando parecchie barriere accademiche pur mantenendo un solido rapporto con il cromatismo della pittura veneziana. A Burano e Mazzorbo cercherà insieme ad altri pittori rifugio dall'incalzare dei rastrellamenti tedeschi e nelle circostanti isole con quelle piccole comunità fidate e così lontane da quanto accadeva in terraferma. Cercherà anche in seguito rifugio all'incalzare degli eventi e del frastuono del dopoguerra rifugiandosi a dipingere a Teolo insieme al pittore Mario Disertori, anche per l'amicizia sincera nata tra le due mogli una di origini toscane e l'altra umbra, e ad Asolo. Burano, Asolo, Teolo ed i colli Euganei, la riviera del Brenta e Venezia sono i posti prediletti dal pittore per dipingere. Dal 1929 al 1941 insegnerà disegno all'Istituto d'Arte Pietro Selvatico di Padova. Parteciperà a tutte le più importanti mostre d'arte italiane (Quadriennale di Roma, Permanente di Milano, Biennale di Forlì, Premio d'arte Suzzara dove un anno vinse un puledro) e tante altre oltre a mostre personali nelle più famose Galleria d'Arte Italiane ed estere. Avrebbe potuto, con il suo talento e la sua sensibilità di artista, raggiungere affermazioni anche maggiori: ma un pò per il suo carattere e forse anche per una sorta di diffidenza nei confronti di certi ambienti della cultura ufficiale, si era dignitosamente isolato e chiuso in una specie di corazza preferendo continuare il suo lavoro nel silenzio dello studio tra le mura domestiche.